Ovvero, “meglio ave’ paura che toccanne”? Allentare le restrizioni per “far ripartire l’economia” non è una scelta senza rischi ma una scommessa, anche per l’economia stessa.
[ Da Greenreport, 2 Marzo 2020]
Tommaso Luzzati, collaboratore di IRTA-Leonardo, docente di Economia Politica e di Economia Ecologica presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, riflette sulle scelte politiche adottate di fronte all’epidemia di Coronavirus con un articolo su Greenreport. Riportiamo qui l’inizio dell’articolo e il link all’articolo intero.
Il detto toscano riportato nel sottotitolo di questo articolo – un invito alla prudenza che suggerisce la ritirata quando il nemico è più forte di te e rischi di prenderle (toccanne) – riassume quello che dovrebbe essere il razionale atteggiamento di fronte all’epidemia di coronavirus. Purtroppo, nel dibattito odierno, questo atteggiamento di normale prudenza è tacciato di irrazionalità. Perché?
La mia riflessione parte dal fatto che la nostra società sembra aver perso la coscienza del limite – una società sempre più affetta da un delirio di onnipotenza e persino forse da schizofrenia nel senso proprio del termine. Da un lato vogliamo l’accesso a ospedali ben funzionanti e buone cure, dall’altro dimentichiamo che queste hanno costi elevati, da finanziare con le tanto odiate tasse. Eppure, proprio grazie alle tasse la salute in Italia non solo è a livelli in genere elevati, ma è anche un diritto – al contrario di quanto avviene in molti paesi in cui è un privilegio dei pochi che possono pagarsi l’assicurazione sanitaria. Ancora, gridiamo “libertà” dimenticando la prima lezione di educazione civica: “la mia libertà finisce dove comincia quella degli altri”.
La mistificazione che abbiamo raggiunto è tale per cui chiamiamo “libertà” persino la possibilità per un potenziale contagiato di salire su un treno o di entrare in un bar col rischio di contagiare i presenti. (…)
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